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Il Presidente della Provincia di Latina replica sulla questione della settimana corta e respinge le critiche “Scelta autonoma delle scuole”

Stefanelli: stupito dalle accuse dei sindacati, da parte nostra solo una richiesta per contenere i consumi energetici

Nessuna imposizione da parte della Provincia, anzi. Ma decisione libera da parte delle singole scuole. Il Presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli replica alle dichiarazioni dei sindacati degli insegnanti provando a mettere ordine sulla questione della settimana corta e ricordando che l’Ente di via Costa non ha fatto alcuna imposizione ma solamente messo a confronto scuole e istituzioni sottolineando le difficoltà per l’enorme aumento dei costi dell’energia e avanzando soluzioni in merito.

“La nota dei sindacati sulla settimana corta nelle scuole superiori della Provincia(in un primo momento inviata solo dalla Gilda e poi condivisa dalle altre sigle) mi spinge ad alcune riflessioni che mi sento di condividere, senza nessuna volontà polemica e con lo spirito costruttivo che caratterizza tutte le mie iniziative politico-amministrative – spiega Stefanelli – Sorprendono, in primo luogo, le censure circa il metodo adottato, evidentemente frutto di scarsa informazione sulle modalità con cui mi sono approcciato alla questione. Solo per chiarezza voglio far notare che la mia iniziativa nasce dall’interlocuzione con diversi dirigenti scolastici, negli istituti di alcuni dei quali è già in vigore questo tipo di orario (va infatti segnalato che la settimana corta è normalmente applicata in molte scuole della Provincia, e sorprende che i sindacati sino ad oggi non se ne siano accorti) per “stimolare”, attraverso una cabina di regia provinciale, il Cotral ed i servizi di trasporto locali verso un maggior coordinamento per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel miglior modo possibile. Nel corso della prima riunione – ricorda il Presidente della Provincia – alla quale erano stati invitati per competenza il dirigente regionale del Cotral e l’ufficio scolastico provinciale, ho evidenziato alla luce della particolare contingenza economica che stiamo attraversando e con il supporto di dati oggettivi chiesti al Settore Politiche della Scuola, come la possibilità di estendere la settimana corta avrebbe portato indubbi vantaggi dal punto di vista del risparmio energetico e dell’impatto ambientale, specificando più volte, anche nel corso della seconda riunione tenutasi sull’argomento, come la mia fosse solo una proposta e rimettendo alle singole scuole l’analisi sulla praticabilità didattica di tale soluzione. Ho anche aggiunto che la Provincia avrebbe trovato comunque il modo di garantire il rispetto dei propri obblighi e delle proprie competenze qualunque fossero state le decisioni delle scuole. Nessuna imposizione dunque! Pur volendolo non avrei potuto percorrere tale strada. Anche in questo la nota dei sindacati suscita perplessità ed appare strumentalmente fuorviante, il Presidente della Provincia non ha la competenza né di “emanare decreti di chiusura” delle scuole superiori e men che meno per questioni legate all’orario o al calendario delle lezioni. Sorprende che i sindacati, nell’esercizio delle loro prerogative costituzionalmente garantite, utilizzino tale pretesto per invocare lo strumento della “chiusura per cause di forza maggiore”, come a cercar di forzare loro, sì, l’autonomia decisionale delle scuole, che hanno deliberato autonomamente e liberamente quale orario adottare e come motivare tale scelta”.