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Ato 4, Italgas e lo statuto nuovo: “Innovare per migliorare”

Parla il Presidente della Provincia e della Conferenza dei Sindaci, Stefanelli: il futuro dell’Ente passa anche per le nuove regole

Con la presa d’atto da parte della conferenza dei sindaci, Italgas è ormai il nuovo partner privato dell’Ato 4 nella gestione del servizio idrico, scalzando così i francesi di Veolia. Con il presidente della Provincia e dell’Ato, Gerardo Stefanelli, abbiamo fatto il punto della situazione rispetto a quanto accaduto nelle ultime settimane.

Il Sistema Idrico Integrato del Lazio Meridionale è giunto a una svolta: crede che l’ingresso di Italgas sia positivo per il territorio?
«I cambiamenti apportano sempre una crescita: per poter innovare un sistema complesso come quello idrico era necessario un passo in avanti. Da anni lavoriamo per innovare le infrastrutture e portare sul nostro territorio nuove tecnologie e metodi di lavoro: grazie ai fondi del PNRR abbiamo sviluppato un programma concreto di crescita, ma siamo consapevoli che per migliorare ulteriormente avremo bisogno di una competenza imprenditoriale e, non di meno, di nuove risorse economiche. È presto per tirare le somme o esprimere pareri, ma la grande esperienza e il know how trasmessa da una multiutility come Italgas apporterà sicuramente un’innovazione al servizio idrico».

Le ho chiesto del “territorio” in merito anche alle diverse realtà municipali. Crede che i Comuni accoglieranno il nuovo protagonista?
«Stiamo parlando di un’opportunità che non si limita solo ai rapporti istituzionali: implementare le risorse del sistema idrico significa apportare un miglioramento del servizio per tutta la cittadinanza. Credo che i Comuni siano consapevoli di questo. Ho più volte invitato i Sindaci a esprimersi in merito alla vicenda; ciò che ne è risultato è stata la presa d’atto da parte degli stessi. Non nego che avrei preferito un gradimento e, dunque, una presa di posizione netta, ma torniamo al punto di inizio: questa azione è fondamentale per l’innovazione del territorio».

L’appoggio dei comuni sarà comunque necessario per comunicare con il nuovo soggetto privato.
«Questo è un tema importante. Trovare una sinergia tra pubblico e privato sarà una questione che impegnerà tutti i municipi dell’Ambito Territoriale. Da Presidente di Provincia e, soprattutto, dell’EGATO, mi assicurerò che si mantenga un dialogo tra i due soggetti e sceglierò insieme all’intera Conferenza dei Sindaci il miglior modo per costruirlo. Potremmo pensare, per esempio, ad instaurare una cabina di regia, e quindi ad apposite personalità delegate al mantenimento dei rapporti. Questa è la prossima questione da definire».

In una vecchia intervista parlò di un nuovo nome per il sistema idrico. Anche questa è una questione da definire?
«Come affermato in passato, si avverte il bisogno di voltare pagina. Dare una nuova identità al servizio, anche nel modo di comunicarlo, potrebbe essere un modo di riflettere l’evoluzione. Questo potrebbe racchiudere in sé un richiamo all’innovazione e alla sostenibilità, che dovranno continuare a essere i due pilastri del nostro lavoro».

Crede che l’ingresso di Italgas sia l’unico cambiamento al quale assisteremo?
«Sappiamo che i prossimi mesi saranno fondamentali anche per l’evoluzione dell’Egato. L’approvazione dello Statuto rivelerà anche il futuro dell’Ente. In merito a questo mantengo costanti le posizioni espresse più volte negli scorsi mesi».

Ovvero?
«Credo che la richiesta di revisione dello Statuto sia un atto di grande responsabilità. Ciò che è stato richiesto da alcune realtà comunali è che siano rivalutati i termini di rappresentanza all’interno dell’Ente. Ciò significa che questa, secondo chi contesta le attuali disposizioni, dovrebbe essere ripartita in base al numero di abitanti che ogni comune conta. Non sono però dell’idea che ridimensionare i “pesi” possa essere la scelta migliore, né quella più etica. Al contrario, la richiesta è antitetica al principio di solidarietà su cui si è fondato lo stesso Egato, in cui la rappresentanza dei territori è distribuita equamente essendo l’acqua un bene primario».

È una strategia per avvantaggiare alcune municipalità all’interno dell’Ambito Territoriale?
«Non voglio affermare che sia mera strategia che, se così fosse, potrebbe aver sbagliato i propri calcoli: ricordiamo, infatti, che i comuni più densamente popolati non sono gli stessi a detenere le principali fonti di acqua del territorio. È fondamentale ricordarsi ciò per non creare contrasti o muoversi secondo singoli interessi. Io reputo che una risorsa preziosa come l’acqua non possa essere giostrata da tornaconti personali, per questo sposo a pieno il principio di solidarietà».

La revisione dello statuto si concentra anche sulla sua figura, quella di Presidente dell’Ente. Si chiede che questo sia rappresentato da uno dei Sindaci dell’Ambito, lei cosa ne pensa?
«La questione è più complessa di quanto sembri: le modalità di elezione dei presidenti degli Egato è prevista da una legge Regionale, non è circoscritta soltanto all’Ato 4. Ciò significherebbe impugnare una questione che è più grande del solo territorio pontino. Inoltre, nel maggio 2024 ci sarà la riforma delle Provincie che sceglierà le sorti di determinate questioni. Ad ogni modo, credo che la presidenza dell’Ente sia in capo a quella della provincia per specificità che il singolo municipio – e lo dico da sindaco – non sarebbe in grado di gestire. Parlo, ad esempio, degli alti investimenti economici che occorrono e, soprattutto, del tempo e delle questioni che vedono impegnato l’Ente e che spesso si intersecano con quelle della provincia stessa. Una visione più ampia, come quella che può avere un Presidente di Provincia, è ciò che occorre in certi casi. Non lo dico per interesse personale, ma per chi mi succederà nel ruolo».

Facendo una somma del tutto, quali saranno le sorti del Sistema Idrico Integrato?
«Ribadisco, è ancora presto per tirare le somme. Sicuramente continueremo nell’obiettivo primario, quello di rendere ottimale e sempre più innovativa la qualità del servizio pubblico – non dimentichiamo infatti che lo scopo è quello di operare per la cittadinanza. L’ingresso del soggetto privato sarà fondamentale in questo, qualunque siano le sorti amministrative e territoriali dell’Egato. Sulle stesse non posso che ribadire quanto già detto nel mio appello ai sindaci, ricordando quanto sia fondamentale la tempestiva approvazione dello Statuto per consentire il corretto funzionamento dell’Ente».