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Civitavecchia: Verso gli Stati Uniti d’Europa

Con Marietta Tidei e Mattei Renzi per annunciare una nuova sfida

Ieri sera a Civitavecchia con Marietta Tidei e Matteo Renzi abbiamo iniziato il nostro cammino verso gli Stati Uniti d’Europa.

Qui il mio discorso

L’Europa è un confine o un orizzonte?

Non è una domanda banale, perché siamo all’anno zero dell’Europa.

Vi dico la mia.

Quest’anno Antonio voterà per la prima volta e lo farà per le elezioni europee.
Alla domanda: “Antonio, andrai a votare?”, la sua risposta è stata secca: “Certo! Ci vado con gli amici!”.

Non so voi, ma io ho riso di gioia e mi sono commosso. Non per la risposta affermativa, ma per l’idea potentissima di condivisione di un gesto fondativo della nostra cultura democratica. In quella risposta c’è tutta la “leggerezza” di un’età che ahimè continuiamo a trascurare, c’è tutta la “leggerezza” che un’intera generazione vede minacciata.

Badate bene, la leggerezza di cui parlo non è in senso negativo.

Leggo questo breve passo sulla Leggerezza tratto dalle Lezioni americane di Calvino:

Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro.”

Ecco la risposta alla mia domanda iniziale: in un periodo in cui ci stiamo rinchiudendo a riccio contro i nemici e stiamo marcando con tenacia il confine labile dell’Europa, dobbiamo tornare a immaginare e a costruire l’Europa come orizzonte. Un orizzonte che ci proietta verso sfide vitali per l’Italia, per l’Europa stessa e per l’umanità. Il mondo ha bisogno della nostra “leggerezza pensosa”, come la definiva sempre Calvino. È questo che ci rende vivi. È questo che ci rende uniti.

Ah, dimenticavo. Antonio è mio figlio, il primo di quattro.