Bonus idrico, sconti per gli utenti

La decisione dei sindaci Sono oltre 50mila le persone che potranno beneficiare della riduzione della bolletta

È in arrivo per le famiglie in condizioni di disagio economi­co dell’Ato 4 un Bonus Idrico Locale aggiuntivo a quello na­zionale già previsto dall’Arera. Ad approvare questa misura di sostegno economico è stata la Conferenza dei Sindaci dell’E­gato 4 di Latina riunitasi ieri mattina. E’ stato invece rinvia­to il voto sul nuovo statuto, in quanto i sindaci neo eletti han­no chiesto un supplemento di tempo per meglio approfondi­re l’importante documento. Se ne riparla tra due settimane.
Ma intanto è arrivato l’im­portante provvedimento desti­nato alle famiglie. «In questo momento di particolare diffi­coltà per le famiglie, abbiamo ritenuto tutti che l’importante contributo economico già rico­nosciuto dall’Arera non fosse abbastanza – dichiara il Presi­dente dell’Egato 4 e Presidente della Provincia di Latina, Ge­rardo Stefanelli – Da qui la reintroduzione di un Bonus Idrico Locale, che integra quel­lo nazionale e lo rafforza, così da sostenere in modo più con­sistente chi ne ha bisogno. Siamo gli unici nel Lazio ad attuare una misura di questo tipo, anche per questo ringrazio tut­ti i componenti della Conferen­za per questo traguardo comu­ne».
Il Bonus Idrico nazionale rappresenta un’agevolazione che garantisce all’utente una fornitura gratuita di 18,25 metri cubi di acqua su base an­nua per ogni componente del­la propria famiglia anagrafica – ovvero, in una famiglia compo­sta da 4 persone, non vengono pagati 73 metri cubi di acqua all’anno.

Alla somma prevista dal Bo­nus Idrico Nazionale, l’Egato 4 andrà a sommare un Bonus ag­giuntivo attraverso uno speci­fico calcolo permettendo così ai beneficiari di ridurre ulte­riormente la spesa sostenuta.
Al Bonus Idrico (nazionale+ locale) può avere accesso l’u­tente che appartiene: 1. a un nu­cleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 9.530 eu­ro, oppure; 2. a un nucleo fami­liare con almeno 4 figli a carico e indicatore ISEE non superio­re a 20.000 euro, oppure a un nucleo familiare titolare di Reddito di cittadinanza o Pen­sione di cittadinanza.
Inoltre, gli utenti aventi di­ritto non dovranno fare do­manda per usufruire del con­tributo: i beneficiari saranno individuati automaticamente sulla base della loro Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e riceveranno la somma previ­sta dal Bonus (nazionale + lo­cale) in maniera automatizzata (direttamente scontata in bolletta nel caso di utenti diretti o attraverso un assegno una tan­tun1 nel caso di utenti indiret­ti).
Tale novità ha permesso di passare, dal 2021, da 7.000 a ol­tre 50.000 beneficiari sul terri­torio dell’ Ato 4, allargando la platea di aventi diritto.
Per avere, quindi, accesso automatico al Bonus, il cittadi­no dovrà presentare ogni anno la DSU e ottenere un’attesta­zione di ISEE entro la soglia prevista dall’Arera. Sarà quin­di l’lnps a inviare i dati al Siste­ma Informativo Integrato (SII) per consentire l’erogazione dell’agevolazione agli aventi diritto.

Riunione della Consulta degli studenti, il saluto di Stefanelli: “Lavoriamo insieme per dare vita a iniziative ed eventi”

Si è riunita questa mattina presso l’aula Cambellotti della Provincia la Consulta provinciale degli studenti nell’ambito delle proprie attività di formazione della rappresentanza studentesca di tutti gli istituti superiori. I ragazzi erano accompagnati dal professor Antonio Bonetto, docente referente dell’organismo e dal presidente dello stesso organismo Alessio Ludovisi.

“Ci stiamo preparando in vista del rinnovo della Consulta il prossimo anno – ha sottolineato il professor Bonetto – questo organismo, al quale la Provincia ha dato sempre il suo supporto rappresenta un fondamentale strumento di condivisione di idee e proposte per gli studenti dell’intero territorio”.

“Per noi – ha aggiunto Ludovisi – il rapporto con le istituzioni e soprattutto con la Provincia è importante: ci siamo insediati in piena fase Covid e nonostante le difficoltà siamo riusciti a portare avanti una serie di iniziative. Puntiamo a rafforzare la nostra azione di educazione alla rappresentanza e intendiamo far conoscere la Consulta sull’intero territorio”.

Il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli ha voluto partecipare portando il proprio saluto ribadendo la volontà dell’ente di continuare la collaborazione con la Consulta e la messa in campo di iniziative ed eventi all’interno degli istituti scolastici d’intesa con gli studenti. ”E’ importante trasmettere alle giovani generazioni – ha sottolineato Stefanelli – i valori della partecipazione e della consapevolezza e trasmettere loro il senso profondo della rappresentanza. Il mio invito alla futura Consulta è quello di impegnarsi concretamente per dare maggiore dinamicità al rapporto con la Provincia suggerendo iniziative che possano coinvolgere gli studenti ed arricchirli. Attendo le vostre proposte per mettere in campo iniziative che possano arricchirvi”.

Dopo i comuni di Sermoneta ed Itri, anche i Comuni di Sezze e San Felice Circeo hanno sottoscritto questa mattina l’adesione alla Centrale unica di Committenza

L’atto è stato firmato questa mattina dai rispettivi sindaci Lidano Lucidi e Monia Di Cosimo e dal presidente della Provincia Gerardo Stefanelli.

Come è noto, la stazione unica appaltante istituita con atto del Consiglio provinciale a febbraio 2021 si pone l’obiettivo di andare incontro alle tante esigenze nella gestione delle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture segnalate dai Comuni, soprattutto quelli più piccoli del territorio pontino. Alla Provincia viene dunque affidato il ruolo di Casa dei Comuni sulla scorta della legge Del Rio che l’ha individuata quale ente di secondo livello di coordinamento al servizio delle municipalità.

La Stazione appaltante rappresenta una struttura altamente qualificata che consente agli aderenti di avere a disposizione maggiori professionalità e, in prospettiva, una semplificazione degli adempimenti e delle procedure con conseguente riduzione del contezioso in materia di affidamento degli appalti pubblici. Il nuovo modello inoltre consente il conseguimento di una moderna funzione di Governance nel settore dei contratti pubblici e offre un modello di gestione delle gare pubbliche finalizzato all’ottimizzazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali con conseguente risparmio concentrando in una struttura specializzata della Provincia quegli adempimenti che solitamente vengono curati da una pluralità di stazioni appaltanti.

“Sono davvero soddisfatto che oltre ai Comuni di Sermoneta e Itri, i primi ad aver aderito alla CUC – evidenzia il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli – si aggiungano ora altri due comuni, quello di Sezze e di S. Felice Circeo, e mi auguro che ce siano altri, in modo da rafforzare il ruolo della Provincia come Casa dei Comuni, che è inserita nelle linee programmatiche dell’ente, e gestire al meglio i fondi destinati al nostro territorio inclusi quelli del Pnrr”. 

Province, l’asse del Lazio sud

Ieri l’incontro tra i Presidenti degli enti di Latina e Frosinone: l’idea di un percorso comune

«Un confronto cordiale, di­retto, efficace e produttivo». Così il Presidente della Provin­cia di Frosinone, Luca Di Stefa­no, ha definito l’incontro con il suo on1ologo della Provincia di Latina, il Presidente Gerardo Stefanelli, avvenuto questa mattina nel suo ufficio presso Palazzo Jacobucci. «Due terri­tori contigui e non in concor­renza, anzi complementari per caratte1;stiche geografiche e orografiche come quelli delle Province di Frosinone e Latina devono cooperare, lavorare per una collaborazione strategica e, all’occorrenza, addirittura tat­tica. Lo dico perché nel inondo amministrativo attuale la con­correnza tra i territori per l’otte­nimento dei fondi è una realtà non comprimibile e lo è non so­lo per la rincorsa all’occasione imperdibile del PNRR o dei Fondi Strutturali europei» ha aggiunto il Presidente Di Stefa­no.
Il dialogo tra i due Presidenti si è infatti basato soprattutto sulle opportunità che un’asso­nanza sulle politiche di svilup­po del Lazio meridionale possono offrire, specialmente se a programmarle sono Enti di Area Vasta come sono le Provin­ce. Un’idea di progresso comu­ne, teso a valorizzare reciproca­mente le potenzialità, che ha già trovato ottimi esempi, uno dei quali l’unione tra le Camere di Commercio che ha permesso di costituire una realtà Camera­le tra le più importanti in Italia. Quella del Presidente Stefanelli non è stata dunque una sempli­ce visita di cortesia ma un vero e proprio incontro di lavoro che avrà un seguito.

L’incontro, programmato da giorni, cade in una fase interes­sante, nella quale si è nuova­mente acceso il dibattito sulle province e sul loro ritorno ad antico splendore. Il centrode­stra, con Forza Italia in prima li­nea, ha presentato una propo­sta di legge per re-istituire le province e soprattutto tornare a fare eleggere direttamente dai cittadini presidente e Consi­glio. Ma allo stesso tempo an­che da sinistra si muove qualco­sa, col partito democratico che ha presentato una sua propo­sta. Se le cose non si complica­no, qualcosa certamente si riu­scirà a fare.
Del resto in questi anni le province hanno sofferto e non poco. «Ma nonostante questo si riesce a fare qualcosa di positi­vo» spiega il presidente Stefa­nelli. Che proprio ieri ha ottenuto il via libera per i progetti relativi alla viabilità da sistema­re in tanti piccoli c0muni del territorio. Proprio quelle realtà che sono rimaste più penalizza­te dall’assenza di una struttura di riferimento come la Provin­cia.
Nelle scorse settimane al Se­nato Licia Ronzulli di Forza Ita­lia ha presentato una proposta di legge con tre articoli che pre­vedono l’elezione diretta del Presidente e del Consiglio della provincia oltre all’elezione di­retta del Sindaco e del Consiglio metropolitano, abolendo il bal­lottaggio, nel caso che il candi­dato superi il 40% dei voti, ed estendendo tale criterio anche ai comuni sopra i 15 mila abi­tanti. Un primo passo avanti verso il ritorno alle Province di una volta.

Stefanelli: sostengo D’Amato. Il Terzo Polo sarà una sorpresa

Il Presidente della Provincia non sarà candidato ma nemmeno super partes: “La partita nel Lazio è tutta da giocare, D’Amato può vincere”

Si avvicinano le regionali e ormai possiamo dirlo: è ufficiale che Gerardo Stefanelli, Presidente della Provincia, non si candiderà ma sosterrà comunque il Terzo Polo.

Perché ha deciso di non candidarsi per le regionali?

“Lo avevo già detto tempo fa, ora lo confermo. Certo, mi ha fatto piacere ricevere in questi giorni tanti attestati di stima e sapere che in molti mi avrebbero voluto vedere tra i candidati al Consiglio Regionale, ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare sia in Provincia che a Minturno. Ritengo che sia giusto rispettare gli impegni presi nei confronti di chi mi ha sostenuto come Presidente e come Sindaco. D’altronde è quello che i cittadini chiedono alla politica: serietà e devozione”

Da occhio esterno, come vede la prossima competizione elettorale?

“Non essere candidato in prima persona non vuol dire che sono super partes. Metterò il mio impegno a favore del Terzo Polo e a sostegno di Alessio D’Amato presidente. Anche perché penso che la partita sia ancora tutta da giocare, Visto che il Centrodestra ha fatto una scelta più mediatica che politica con il suo candidato alla presidenza, mentre i 5 Stelle guardano al loro posizionamento ecologista europeo più che agli interessi dei cittadini del Lazio”

Il Terzo Polo quindi è vivo?

“E’ vivo più che mai, soprattutto in provincia di Latina. Abbiamo costruito una squadra competitiva e stiamo lavorando per far sì che il nostro progetto politico sia radicato nei territori. La parola chiave è impegno, non ci sono protagonismi, ma viaggiamo tutti gli uni accanto agli altri. Devo dire che è emozionante, perché stiamo partecipando alla costruzione di qualcosa di importante. Spesso si abusa della parola squadra, ma avendo giocato per anni a basket posso dire che lo spirito che si respira nel Terzo Polo è proprio quello di uno spogliatoio affiatato dove anche chi siede in panchina gioca un ruolo da protagonista”.

Ci sta dicendo che lei è una sorta di allenatore-giocatore?

“No, dico che non si fa politica solo nei trenta giorni di campagna elettorale e i capitani, anche se coraggiosi, da soli non vincono i mondiali. Sono sicuro che ce la giochiamo anche noi per eleggere un consigliere regionale e questo darà ancora più forza per strutturare il partito sul territorio. Il Terzo Polo può rappresentare il valore aggiunto del centrosinistra e tenere la partita per la Presidenza della Regione Lazio aperta fino all’ultimo voto a differenza di quanto dicano i sondaggisti”.

Crede nel “miracolo”?

“Credo nel lavoro e nella credibilità. Sanità, infrastrutture e innovazione digitale: su questi temi si gioca il futuro della provincia di Latina all’interno della Regione. Bisogna correre e attuare gli investimenti nelle strutture sanitarie finanziati dal PNRR, vogliamo accelerare sulle infrastrutture viarie che aspettano da decenni di essere realizzate e continuare a compulsare gli stakeholder pubblici e privati sulla innovazione digitale con particolare attenzione al mondo della scuola e a quello degli enti pubblici”.

Dialogo tra Province per contare di più

In programma un vertice tra Latina e Frosinone

Un vertice venerdì a Frosino­ne tra i due presidenti delle Pro­vince, Luca De Stefano e Gerardo Stefanelli. Obiettivo: costruire delle sinergie tra i due territori che rappresentano il Lazio sud. Giovani, ambiziosi, con una sim­patia antica e attuale per Matteo Renzi: i due presidenti sono quanto mai simili e hanno un fee­ling antico. Ora, però, alla guida dei due enti provinciali, intendo­no gettare le basi per un lavoro comune che abbia con1e denomi­natore la crescita di entrambi i territori
Dalla cancellazione delle Pro­vince provata e mai completa­mente attuata dopo la riforma Delrio, i territori cli Latina e Fro­sinone hanno subito importanti trasformazioni, finendo per esse­re sempre più interconnessi in vari ambiti. La fusione più importante è stata certamente quel­la della Camera di Commercio, che ha creato una vera e propria potenza economica che unisce i due territori e mette in contatto professionisti e aziende che por­tano ricchezza e opportunità sui territori. Altro esempio virtuoso è quello del Consorzio industria­le unico. Ma ora questa sinergia sperimentata nelle questioni economiche potrebbe avere de­gli sviluppi in ambito politico.
Stefanelli e Di Stefano si ve­dranno nel fine settimana a Fro­sinone. Un incontro per discute­re delle questioni che coinvolgo­no entrambe le province, dalle risorse economiche sempre scarse alla necessità cli avere delle rispo­ste concrete in ambito infrastrutturale e sociale. In particolare quel che preoccupa è il tema del­l’occupazione: nonostante la presenza di aziende e piccole e medie imprese sane e agili, il nu­mero dei disoccupati è sempre alto e i due presidenti vorrebbero lasciare un’impronta creando delle opportunità d’impiego che smuovano il settore. Una sinergia tra i due presidenti, poi, avrebbe anche un tornaconto dal punto di vista politico. La pro­spettiva per entrambi, infatti, è quella di doversi confrontare a breve con un governo regionale di centrodestra. Avere la forza di un territorio vasto come il Lazio sud per rivendicare le necessità dei propri cittadini rischia di es­sere indispensabile per far senti­re la propria voce.

Stefanelli: no alla corsa per le regionali Decisione definitiva

Il sindaco di Minturno spazza via qualsiasi indiscrezione e rilancia il suo impegno per il Comune

Impazza il toto-candidato per le prossime elezioni regionali e in particolare a Minturno le ipotesi su eventuali discese in campo si rincorrono quotidianamente. Un’attenzione speciale è rivolta verso la coalizione che appoggia il Sindaco Gerardo Stefanelli. Quest’ultimo, secondo alcune indiscrezioni veniva indicato come possibile candidato nelle liste di Azione – Italia Viva o, in alternativa, qualche altro componente della coalizione. Ieri è stato lo stesso primo cittadino di Minturno a fare chiarezza sulla questione, spiegando che non ha intenzione di correre per un posto alla Pisana, pur se le richieste non mancherebbero.

“Sicuramente – ha detto il Sindaco Stefanelli – fanno piacere gli attestati di stima di cittadini e amministratori, che vedrebbero bene un impegno diretto alle prossime elezioni regionali. Non posso negare che questi stessi attestati mi lusingano e mi fanno vacillare, ma credo razionalmente che io debba continuare a mantenere fede al patto stipulato con i cittadini che mi hanno votato per un secondo mandato sindacale e con i tanti colleghi amministratori locali che mi hanno voluto come Presidente della Provincia di Latina. E proprio verso l’Amministrazione di via Costa, tra l’altro, in questi mesi, nonostante le difficoltà, abbiamo messo in campo una progettualità importante, che inizia a dare risultati in termini di cantieri aperti e di finanziamenti ottenuti. Sarebbe veramente un peccato interrompere un lavoro così importante”.

Dichiarazioni che spazzano via il campo da indiscrezioni di una sua possibile discesa in campo alle regionali, pur se rimane in piedi l’ipotesi di un altro candidato di riferimento della maggioranza, che mantenga in caldo i voti, che potrebbero poi riversarsi su altri aspiranti consiglieri regionali.

Ma Stefanelli continua a pensare soprattutto a Minturno, come ha ribadito affermando che “il Comune che guido occupa sempre il primo posto nei miei pensieri da amministratore. Infatti, nei prossimi mesi rilancerò il mio impegno per portare a termine i progetti avviati in questi anni e completare la visione di città che abbiamo iniziato a costruire già nel 2016. Nessun passo indietro, anzi un passo avanti, con ancora più determinazione e passione”.

E il primo cittadino rimarca il lavoro fatto, ma anche il momento attuale che sta vivendo la comunità. “Vorrei sottolineare – ha concluso il massimo esponente del Comune aurunco – il fatto che in questi giorni si può notare che oramai siamo una comunità viva e vivace in tutte le sue componenti. Lo testimonia il fatto che al di là del ricco e variegato programma natalizio messo in campo dall’Amministrazione Comunale, sono tante le iniziative culturali e di solidarietà organizzate dalle associazioni, dalle parrocchie, dalle istituzioni scolastiche. Ciò è una dimostrazione che è cresciuta la città ma anche e soprattutto la comunità”.

Il Terzo Polo si mette alla prova delle urne: al lavoro su progetti e candidature

Il nome di spicco per la lista delle regionali rimane quello del Presidente della Provincia Stefanelli . Dentro anche i consiglieri comunali espressi sul territorio

Si è tenuta sabato 10 dicembre l’Assemblea programmatica del Terzo Polo Azione – Italia Viva in vista delle prossime elezioni regionali.

L’incontro, finalizzato alla stesura del programma, ha visto la partecipazione di molti attivisti impegnati su più tematiche: sanità, sviluppo del territorio, infrastrutture, pubblica amministrazione, PNRR, turismo, cultura e tutti quei settori determinanti per lo sviluppo della Regione Lazio, in particolare per la Provincia di Latina in termini di sviluppo economico, sociale e ambientale.

“Le proposte elaborate saranno parte integrante del programma elettorale a sostegno del candidato Presidente Alessio D’Amato. Nelle prossime settimane si proseguirà con la stesura delle proposte coinvolgendo cittadini, organizzazioni e professionisti della nostra provincia per ultimare una proposta politica quanto più concreta e attenta alle esigenze del territorio – spiega il coordinatore provinciale di Azione Davide Zingaretti – Parallelamente al lavoro sulle linee programmatiche prosegue il lavoro sulle candidature al consiglio regionale che verranno ufficializzate nei prossimi giorni”.

Le elezioni regionali del Lazio si celebreranno i prossimi 12 e 13 febbraio 2023. Si voterà la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15. Il decreto che indice i comizi in vista del voto è stato firmato nelle scorse ore dal Presidente vicario della Regione Lazio Daniele Leodori.

Il Terzo Polo, la nuova formazione politica che sta nascendo dall’accordo di Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, punta a conquistare un risultato di tutto rispetto, possibilmente arrivando in doppia cifra a livello regionale. Per fare ciò, però, non è sufficiente il traino del voto di opinione garantito anche dall’appeal dei leader nazionali. Serve un solido radicamento a livello locale.

In questa direzione stanno lavorando i due partiti. E per le regionali è necessario avere in campo i nomi di maggior seguito sul territorio. Per questa ragione il Terzo Polo sta provando a convincere alla candidatura il Sindaco di Minturno e Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli. I candidati consiglieri, infatti, devono raccogliere i voti di preferenza e Stefanelli rappresenta uno dei personaggi più conosciuti nella provincia pontina.

Allo stesso modo è probabile che nel nord pontino tocchi a uno dei consiglieri comunali che il Terzo Polo esprime, a partire da Vincenzo Giovannini e Davide Zingaretti. Uno di loro sarà sicuramente nella rosa per le regionali, se non entrambi. A Terracina c’è poi Arcangelo Palmacci, altro nome di rilievo nel gruppo del Terzo Polo. Probabile, su Latina città, anche la Candidatura di Nicoletta Zuliani, ex consigliera comunale e nel 2021 candidata sindaco a Latina, sostenuta proprio da Azione. Nel sud pontino si vocifera di contatti con l’ex Sindaco di Fondi Luigi Parisella, che sarebbe un colpaccio per il movimento centrista. Altro nome che circola nell’area del Terzo Polo è quello della ex consigliera di Terracina e della Provincia, Barbara Carinci. Insomma, la situazione è in divenire e presto bisognerà tirare le somme.

Elezioni regionali, per il Terzo Polo è la prova del nove

Tra i nomi in circolazione il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli, Nicoletta Zuliani, Davide Zingaretti e anche l’ex deputato Federico Fauttilli

«Un altro passo avanti verso la trasformazione del Terzo Polo in un vero e proprio soggetto politico unitario». Il segretario provinciale di Azione Davide Zingaretti commenta così l’esito dell’assemblea nazionale dello scorso fine settimana a Napoli che ha eletto Mara Carfagna presidente di Azione e soprattutto ha dato il via libera al proseguimento del percorso unitario con Italia Viva.

Il terzo Polo, dato dai sondaggi attorno al 10 per cento, sopra Lega e Forza Italia, vuole trasformare in realtà le intenzioni di voto e per farlo è necessaria una presenza concreta sui territori. L’assemblea nazionale di Azione a Napoli ha visto la partecipazione di una folta delegazione pontina, guidata proprio dal segretario Davide Zingaretti. «L’assemblea ha sancito il percorso unitario che ci porterà a coniugare la nostra esperienza con quella di Italia Viva. Ma è stata anche l’occasione per chiarire quelli che dovranno essere i passaggi in vista delle prossime scadenze elettorali, in particolare per quel che concerne le alleanza alle amministrative». E qui entrano in ballo le elezioni di Latina, Aprilia e Terracina. «La linea è chiara – dice Zingaretti – avremo il compito di costruire alleanze dialogando con le forze dell’area europeista e liberale e con quelle forze civiche che si sono distinte sui territori». Intanto però c’è da chiudere la partita della lista per le regionali. Sui nomi Zingaretti non si sbilancia, ma assicura sul metodo. «L’obiettivo è avere una lista in primo luogo rappresentativa dell’intero territorio provinciale e poi formata da amministratori che già abbiano esperienza e che siano in grado di portare a casa un numero di consensi considerevole per far crescere il partito».

I nomi che circolano, in questo senso, sono diversi. Primo fra tutti quello del presidente della Provincia Gerardo Stefanelli. A Latina città è in preallarme la ex consigliera comunale Nicoletta Zuliani e lo stesso Zingaretti ad Aprilia. Tra gli altri nomi che si fanno ci sono quelli dell’ex deputato Federico Fauttilli e della ex consigliera provinciale di Terracina, Barbara Carinci.L’attesa per le decisioni sulla lista è tutta legata chiaramente al presidente Stefanelli. Il partito di Calenda e Renzi punta a fare un risultato importante nelle regioni al voto, ossia Lombardia e Lazio. E in queste zone sta chiedendo un impegno diretto proprio agli amministratori locali in carica, sindaci in primis. Una candidatura che rischia spesso di non essere in grado di portare a un eletto certo ma che serve al partito per fare il pieno di consensi e trasformare le intenzioni di voto degli elettori nei sondaggi in consensi concreti.

In provincia di Latina i numeri sono chiaramente diversi per la forza differente che hanno rispetto al nazionale i partiti del centrodestra. Ma il Terzo polo è convinto di poter dire la propria e di erodere consensi importanti anche a destra. Le regionali, in questo senso, saranno la prova del 9.

“Anche sui rifiuti si è smesso di discutere e di decidere”

Il Presidente dell’Amministrazione Provinciale: “Siamo in un vuoto di potere. La politica non esercita più il ruolo di mediazione tra sindaci e comunità”

Non ci sono gli impianti e nemmeno i siti per ospitarli, perché nessuno vuole individuarli. Intanto i cittadini pagano per un servizio inevitabilmente carente e da domani pagheranno ancora di più, pur continuando a non avere una struttura gestionale sul territorio.

Presidente Stefanelli, restiamo a guardare?

“Adesso ci sono le condizioni ideali per la tempesta perfetta. La Regione ha commissariato la Provincia, il Commissario ad acta non ha preso una decisione e nel frattempo è stato istituito con legge regionale l’Egato4, cioè l’ambito ottimale territoriale dei rifiuti. Ma istituito non vuol dire costituito, perché mancano ancora i decreti attuativi della giunta regionale. Il direttore dell’area rifiuti della Regione dice che entro le prossime settimane si farà tutto. Ma nel frattempo si lavora per fare il calcolo del peso ponderato di ciascuna città aderente all’Egato, calcolo che si farà sulla base del peso demografico di ciascun comune e del numero di impianti dei rifiuti ospitati sul territorio. Potrebbe quindi verificarsi che Aprilia avrà più peso di Latina, a meno che quando si parla di impianti non si considerino anche quelli dismessi, come le due discariche di Borgo Montello”.

Tutto questo vuol dire che siamo entrati in un vuoto decisionale ufficiale, dopo quello “di fatto”, vissuto fino a ieri grazie all’inerzia dei sindaci? Adesso chi prenderà iniziative in materia di rifiuti?

“Le decisioni che servono sono quelle riguardanti gli impianti necessari alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti all’interno dei confini del nostro territorio, e in questo momento c’è effettivamente un vuoto di potere. E si tenga presente che saranno i decreti attuativi regionali a stabilire come si dovrà procedere alla nomina del Consiglio Direttivo dell’Egato, composto da 4 consiglieri e un presidente che percepiranno uno stipendio. Sarà poi il Consiglio direttivo a nominare un Direttore generale e un sindaco Revisore dei conti. E l’elaborazione del piano d’ambito. Da tutto questo iter dovrà venir fuori la definizione del sistema integrato provinciale dei rifiuti”.

Insomma si riparte da zero. E tra qualche giorno, quando chiuderanno le ultime discariche del Lazio ancora in esercizio, cosa succederà?

“Posso dire che in provincia di Latina non accadrà nulla di nuovo, perché nei giorni scorsi ho ricevuto, insieme ai sindaci dei comuni pontini che conferiscono i rifiuti indifferenziati ad Aprilia, una comunicazione da Fabio Altissimi, per conto di Rida Ambiente, che ci informa di aver trovato una soluzione per trasferire i residui dei rifiuti sottoposti a Tmb in impianti extraregionali senza alcun aggravio di costi. Questo significa che i comuni non subiranno aumenti, e dunque nemmeno i cittadini. Mi pare una buona notizia”.

Siamo più di prima alla mercè dell’imprenditoria privata; stavolta ci è andata di lusso, ma nessuno può garantire che domani le cose restino le stesse. La politica non dice niente, i sindaci non parlano, ma cosa sta succedendo?

“Mai sentito un partito prendere posizione sulla questione dei rifiuti. Sono io a domandarmi dove siano finiti i partiti e con loro dove sia finito il ruolo di guida per i sindaci e per le politiche amministrative. E non è soltanto un problema di rifiuti. Prendiamo il metano: Latina è il comune capofila dell’Atm, Ambito Territoriale Minimo, e dovrebbe attivare gli stessi meccanismi previsti per la gestione dell’acquane dei rifiuti. Lei sa dove si è nascosto l’Atm? Io non lo so. Quello che vedo, è invece il fatto che le aziende che si occupano della distribuzione dell’acqua, di gas e di fibre per le comunicazioni, rompono strade, bucano marciapiedi, un giorno una e un giorno l’altra, e non c’è nessuno che si preoccupi di razionalizzare e armonizzare questi interventi. Direi che quando si scava, anziché posare un tubo e richiudere, se ne potrebbero sistemare due o tre, a disposizione di tutti gli interventi prevedibili nel medio e lungo periodo”.

Essendo questo un problema di tutti i comuni, dovrebbero essere i sindaci a cercare di fare sistema su questo tipo di situazioni. E tanto per non allontanarci dal tema di questa intervista, che verte sui rifiuti, stiamo parlando degli stessi sindaci che non sono riusciti a trovare un accordo sul sito per ospitare la discarica per i residui del Tmb.

“Proprio così. E cerco di spiegarmi meglio. Acqualatina fattura tra i 120 e i 130 milioni di euro l’anno; stando ai Pef dei comuni pontini, il valore complessivo delle fatturazioni per la gestione del servizio legato ai rifiuti è di altri 120 milioni di euro. Significa che ogni anno per queste due voci, acqua e rifiuti, vengono movimentati 250 milioni di euro, che gravano interamente sulle spalle dei cittadini. La politica potrebbe, forse dovrebbe, interrogarsi su una gestione virtuosa per trasformare queste attività in una risorsa. Se è vero che le aziende impegnate nella gestione di questi servizi sono energivore, dai consumi degli automezzi a quelli delle pompe di sollevamento, fino agli impianti di depurazione. Non è normale che si debba pagare per conferire i nostri rifiuti all’estero dove li utilizzano per produrre energia. Ma perché non lo facciamo noi?”.

Dunque nessuno parla, nessuno si confronta, nessuno lancia idee più o meno valide. Neanche alla vigilia delle elezioni regionali i partiti si sprecano a presentare programmi che prevedano interventi migliorativi per la gestione dei servizi. Eppure c’è in ballo il nostro futuro per i prossimi cinque anni.

“Dovremmo aver già cominciato a domandarci come sarà e come farà l’azienda che dovrà provvedere alla raccolta, al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti. Come si muoverà sul territorio? Con quale prospettiva, e con quale obiettivo? Tutto questo presuppone una profonda conoscenza del territorio, della popolazione e dei diversi settori nei quali un’azienda di servizi è chiamata ad intervenire. Quanta gente c’è da servire? Dove risiede? Quali sono i siti per gli impianti necessari? Dove vanno collocati per risparmiare risorse e consumi? Quali sono le strade da percorrere per gli spostamenti degli automezzi? Tutto questo backround di conoscenze, attualmente ce l’ha soltanto Acqualatina, l’azienda che ha un rapporto diretto con tutti i cittadini, che conosce gli utenti, che è in grado di sapere chi paga,quanto paga, come paga e attraverso quale banca. Il “Big data” di questa provincia è nelle mani di Acqualatina, e si tratta di un patrimonio costruito in vent’anni con i soldi dei cittadini versati con le bollette, dunque è patrimonio della comunità e dovrebbe tornare alla comunità sotto forma di multiutility a servizio del territorio”.

Dobbiamo affidare la gestione dei rifiuti ad Acqualatina oppure dobbiamo pretendere da Acqualatina la restituzione di quello che chiama “Big data”?

“Potremmo riprendere il discorso avviato da Carlo Medici sulla pubblicizzazione dell’acqua, trattare con Veolia per portare l’azienda interamente nelle mani dei comuni dell’Ato4 e farne il centro propulsore della multiutility provinciale”.

La Provincia ha appena chiesto ad Acqualatina la restituzione di 18 milioni di euro, e adesso Lei vuole riportare a casa la spa che gestisce il servizio idrico?

“Forse è più semplice di quanto si creda. Veolia ha fatto un aumento di capitale insieme alla Provincia, che si è fatta carico di anticipare le quote dei comuni, cioè i 18 milioni che ora chiediamo. Intorno a questa cifra si possono costruire diversi scenari, ma ci vuole un obiettivo, un disegno. E’ quello che chiedo alla politica: vogliamo ragionare su questi temi? Vogliamo decidere se continuare a convivere con i privati oppure no? E se vogliamo tentare la strada della ripubblicizzazione dell’acqua, facciamolo, ma preservando il patrimonio rappresentato da Acqualatina, altrimenti rischiamo di replicare la disavventura di Latina Ambiente. I partiti devono fare da camera di compensazione tra i sindaci e le comunità del territorio. Siamo in un momento molto delicato e faccio un appello tutta la politica e a chi ha la responsabilità di governo sul territorio, per avviare un confronto e un dibattito nel segno della modernità, del cambiamento e dell’innalzamento della qualità del nostro agire, per riposizionarci su uno standard effettivamente europeo”.

Si rende conto di trovarsi in un contesto avvilente dove non c’è nessun partito e neanche un amministratore pubblico che abbia l’ardire di sposare la causa di una discarica, di un impianto di biometano o di un termoinceneritore? Di quale Europa stiamo parlando?

“E’ per questo che cerco di battermi per avviare una discussione o un confronto sui temi attualissimi dell’energia e della gestione dei rifiuti. Ogni attività industriale ha un impatto ambientale, ma pare nessuno lo veda, e comunque nessuno ne parla. Quando brucia la Soas di Pomezia che danno ambientale provoca? Almeno quello corrispondente a dieci anni di attività di un termoinceneritore, con la differenza sostanziale che il danno della Soas si consuma in una settimana e non in dieci lunghi anni. E non parliamo della farmaceutica e della chimica”.

Mi pare di poter dire che quello di cui la politica di questa provincia riesce a parlare siano le candidature e gli schieramenti, il campo largo o la coalizione stretta per affrontare le elezioni di questo o quel sindaco in questo o quel comune.

“Non so darle torto. Manca chi discute, chi sceglie e chi rischia. Tutti hanno paura di imboccare una strada piuttosto che un’altra. Eppure è abbastanza chiaro a chiunque faccia politica, che i sistemi per acquisire il consenso sono soltanto un paio: pianificare e dare risposte concrete ai problemi della gente, oppure comprare il consenso attraverso le clientele”.