Rifiuti, impianti e discarica, Stefanelli: servono i progetti

Il Presidente della Provincia: da tempo sostengo che non spetti a noi individuare le aree, facciamo solo una pianificazione

“Non ho ancora avuto modo di leggere il dispositivo. Lo farò domani(oggi per chi legge, nrd) assieme ai dirigenti dell’ente”. Il Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli non è comunque sorpreso dalla sentenza del Tar sulla questione discarica. Anche perché uno dei concetti espressi dai giudici è da tempo ripetuto da Stefanelli stesso. “Io ho sempre detto che non spetta alla Provincia dire dove si fa la discarica. Noi abbiamo una competenza di pianificazione, cioè possiamo e dobbiamo individuare le aree idonee. Ma poi, per realizzare qualcosa, c’è bisogno di un progetto concreto. E questo lo fanno i privati o lo fanno i comuni, consorziandosi”.

Un punto che è centrale anche nel ragionamento del Tar, che infatti ha cassato la delibera del commissario straordinario nominato dalla regione e pure quella della Provincia. In sostanza il lavoro effettuato negli anni scorsi dalle conferenze dei sindaci, durante la consiliatura che vedeva Presidente Carlo Medici, è stato azzerato. Il tutto si aggiunge alla mossa della Regione Lazio che ha avviato una revisione complessiva del piano dei rifiuti, azzerando quello dell’era Zingaretti, noto in particolare per la creazione dei cosiddetti enti d’ambito.

Il principio più importante stabilito dal Tar, comunque, rappresenta anche un monito a sindaci e politica in generale. La realizzazione degli impianti per la gestione del ciclo dei rifiuti è innegabile ma affinché siano a gestione pubblica serve dapprima che nasca un soggetto in grado di realizzarli e poi gestirli. Non è sufficiente dire: faremo tre impianti, di cui uno adibito a discarica, nelle aree idonee. Bisogna anche avere dei progetti concreti. Altrimenti è chiaro e anche legittimo, che impianti e discarica finiscono per essere realizzati dai privati. Un concetto che appare semplice ma che spesso viene strumentalizzato dalla politica, vittima di quella sindrome nimby per la quale gli impianti servono ma andrebbero realizzati più lontano possibile dal proprio recinto elettorale.

Stefanelli: “Costruiamo un ente più forte, ai nostri comuni manca la cultura del lavorare insieme”

“Una Provincia più forte, più moderna. più efficiente”. Ge­rardo Stefanelli, Presidente dell’Ente di via Costa, traccia il bilancio del suo primo anno al vertice. Eletto Il 18 dicembre del 2022, ha vissuto “Un anno non facile per vicende persona­li, e per il fatto che dopo sei me­si metà del Consiglio e cambia­ta per le cadute dei Comuni di Latina e di Terracina”.

Stefanelli elenca i numeri di un anno di lavoro, a partire da «26 milioni di euro per 44 richieste di finanziamento ai fondi Pnrr per l’edilizia scolastica, di cui 6 conclusi. 14 in corso, 19 con ga­ra d’appalto in corso». Ma le scuole sono solo una delle com­petenze principali della Provin­cia: sulla viabilità ad esempio, con 13 milioni di euro investiti sulla manutenzione, ordinaria e straordinaria: il potenzia­mento dell’Ente stesso, con le assunzioni di personale. «le prime dal 2014», con concorsi avviati per le unità nell’immediato e altrettante nel corso del 2023 tra Istruttori amministra­tivi e dirigenti tecnici; la digita­lizzazione con un nuovo sito
web e un piano operativo specifico per la comunicazione sui social. Poi un tema cui Stefa­nelli tiene in modo particolare, «la Provincia come casa dei Co­muni». con l’Ente di via Costa che si pone come centrale di committenza unica per gli ac­quisti in favore delle ammini­strazioni comunali; anche se, ad aderire sono stati Sermone­ta e Itri. E gli altri? I nostri Co­muni non hanno la cultura per lavorare insieme e hanno spesso paura di perdere il controllo su un pezzettino di competenza». E poi il risparmio energeti­co. con 38 impianti su 46 scuo­le ammodernati per un rispar­mio del 35% di energia. sebbe­ne la bolletta – con gli aumenti registrati nel 2022 – sia passata da 1,8 a 3,6 milioni di euro.

Non mancano però le critiche ad altri enti, in primo luogo al­la Regione sul tema del ciclo dei rifiuti. Stefanelli ricorda che «ero commissariato ancora prima di diventare Presiden­te» e la circoscanza che «oggi c’è un’improvvisa sospensione delle procedure per l’insedia­mento degli Egato a causa delle polemiche sugli organi di ge­stione. Ma gli Egato sono fon­damentali, per una pianificazione rispettosa dell’ambiente e al tempo stesso virtuosa dal punto di vista economico: l’Egato può far governare il ci­clo senza bisogno che ci sia unanimità tra i sindaci». Ed è critico anche in relazione alla missiva della Regione che, un paio di settimane fa, invitava la Provincia a valutare anche ini­ziative private per il sito di stoc­caggio del secco residuo: «I no­stri dirigenti hanno risposto tecnicamente agli uffici, e io ho risposto al Vice Presidente del­la Regione, ricordando che noi non facciamo gli imprenditori: se un imprenditore vuole fare una discarica, sta a lui indicare un sito: ci sono purtroppo per­sonaggi che forse non contenti della mole di lavoro sviluppata, vogliono aumentarla, anche facendo pressioni. Questo sarà oggetto di riflessione da parte della comunità delle pubbliche amministrazioni per capire se ci siano spazi per un interven­to”.

Infine, il Presidente apre una polemica anche sulla vicenda Al Karama: “Mentre la Provincia ha messo a disposizione l’ex Rossi Sud, sospendendo anche il bando per l’incubatore di impresa, e il commissario ha avviato gli atti per il nuovo sito, non ho visto il terzo settore, non ho visto soluzioni alternative. Dov’è la società civile?”

“Provincia agile e moderna”. Sui rifiuti monito a sindaci e Regione

Bilancio di fine anno del Presidente che invita anche il Comune a risolvere il problema Al Karama: “Situazione insostenibile”

«La Provincia è oggi un ente più forte, moderno e veloce e que­sto grazie al grande lavoro fatto in questi mesi dall’an1ministrazio­ne e dai dipendenti». Il presiden­te della Provincia Gerardo Stefa­nelli ha tracciato ieri mattina un bilancio del 2022, primo anno che
lo ha visto alla guida dell’ente di via Costa. 1,,folti gli investimenti effettuati in particolare nella ma­nutenzione delle strade provin­ciali, nell’ambiente e nell’edilizia scolastica.
«Abbiamo presentato 44 ri­chieste di finanziamento per oltre 26 milioni di euro dal Pnrr. Al mo­mento, tra gli altri, 6 interventi sono stati completati, per un valore di 1,1 milioni, 14 interventi sono in corso per 6,7 milioni e 19 sono i gara d’appalto per 13,3 milioni di euro» ha spiegato il presidente Stefanelli. «Per le scuole abbiamo investito 1 milione di euro per la manutenzione delle scuole». Il Presidente della provincia ha sot­tolineato in particolare «l’impor­tanza di implementare la pianta organica dell’ente con le assun­zioni. 14 persone sono state as­sunte nel 2022, altre 14 le assume­remo nel 2023». E poi ancora l’in­novazione, con l’implementazio­ne dei servizi digitali per un ente che si avvicina quanto più possi­bile ai cittadini. Sul tema dei rifiuti il presiden­te ha confermato di aver scritto una missiva alla Regione per chie­dere di accelerare la costituzione degli Ato dei rifiuti così da avere finalmente l’ente che può decide­re su impianti e siti. «Abbiamo av­viato la Vas che riguarda l’intero piano provinciale dei rifiuti, non solo le tre aree individuate dal commissario prefettizio. Io credo che spetti ai comuni, ai sindaci, attraverso l’Egato, scegliere dove realizzare cosa e come gestirlo. Ma purtroppo succede che non tutti sono disposti a realizzare sul proprio territorio una discarica. Ma se i comuni non si muovono, alla fine arriva il privato a realiz­zarla. Non ci sono alternative». Una questione delicata, attorno a cui nei prossimi mesi ruoterà molto del destino dell’ente e della classe poilitica provinciale.
Uno sfogo, infine, sulla que­stione di Al Karama. «Ci sono bambini che stanno alla ex Rossi sud da mesi, abbandonati da tut­ti, che non riescono nemmeno ad andare a scuola. Assieme alle loro famiglie sono stati messi lì per una sistemazione temporanea. Nessuno più se ne occupa. Senza intenti polemici, è una situazione insostenibile. Possibile che solo la Provincia abbia spazi? Che non si trovino sistemazioni più adegua­te? Dov’è il terzo settore? Ricor­diamoci che lì ci sono persone e ci sono bambini». I residenti del campo Al Karama si trovano all’ex Rossi dal luglio scorso dopo l’in­cendio che ha reso inutilizzabile il campo rom di Borgo Bainsizza.

Ato rifiuti, lo scontro e gli equilibri politici

Il rinvio deciso dalla Regione Lazio fa ancora discutere

Sulla vicenda delle nomine per l’ente d’ambito dei rifiuti è nato un interessante scambio di punti di vista tra il Presidente della Provincia Gerarxdo Stefanelli e i consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia Luigi Vocella e Pasquale Cardillo Cupo.

I consiglieri accusano Stefanelli di fretta sospetta nella nomina dei vertici dell’Ato e dunque costituire immediatamente l’ente che dovrà gestire il sistema complesso dei rifiuti. Questo perché il Presidente della Provincia s’è espresso più volte contro il rinvio della convocazione delle assemblee che dovrebbero nominare i componenti degli Ato, deciso dalla Regione Lazio a dopo le elezioni. “La fretta del Presidente Stefanelli di nominare ivertici dell’Egato provinciale conferma la logica della spartizione delle poltrone che cura più gli interessi di qualcuno che quelli di tutti – rivelano Cupo e Vocella – A tempo scaduto, il centrosinistra cerca di ipotecare la propria sopravvivenza, evidenziando quello che è un centro di potere e non una proposta politica. Non c’è alcuna fretta ma c’è bisognodi responsabilità e di correttezza. Tra meno di due mesi si vota e a quel punto chiunque sarà il vincitore avrà l’onere e l’onore di scegliere le persone per gestire i servizi, presentandosi nuovamente al giudizio popolare alla fine della consiliatura. Stefanelli e il centrosinistra manifestano ancora una volta che aspirano a governare prescindendo dal consenso popolare”.

Il Presidente Stefanelli replica così: “Stupisce che i consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia ignorino completamente la legge sugli Egato e le regole che sovrintendono al loro funzionamento. Dovrebbero sapere che gli organismi direttivi degli Egato vengono eletti dai sindaci e non dai Consigli regionali. I due consiglieri, probabilmente inebriati dal successo elettorale della loro leader nazionale, pensano di poter disporre delle leggi regionali e degli organismi pubblici a loro piacimento senza sottostare ai meccanismi sanciti invece da una legge approvata dal Consiglio regionale. Forse il Gruppo di Fratelli d’Italia ha intenzione di commissariare la democrazia – aggiunge Stefanelli – e decidere a proprio piacimento quello che la legge rimette invece alle decisioni di sindaci democraticamente eletti nonostante il pensiero di due consiglieri un po’ distratti”.

Il nodo, effettivamente, ruota attorno alla questione sindaci, da sempre nervo scoperto di Fratelli d’Italia che non ne esprime nessuno in provincia nelle città maggiori. E che dunque, con un voto ponderato, rischia di non avere ruoli di potere all’interno dell’Egato, a tutto vantaggio non tanto del centrosinistra, quanto dell’alleato Forza Italia.

Nomina vertici Egato, Stefanelli: “La nomina spetta ai sindaci, lo dice la legge”

“Stupisce che i consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia ignorino completamente la legge sugli Egato e le regole che sovrintendono al loro funzionamento. Dovrebbero sapere che gli organismi direttivi degli Egato vengono eletti dai sindaci e non dai Consigli regionali. I due consiglieri, probabilmente inebriati dal successo elettorale della loro leader nazionale, pensano di poter disporre delle leggi regionali e degli organismi pubblici a loro piacimento senza sottostare ai meccanismi sanciti invece da una legge approvata dal Consiglio regionale”.

Lo dichiara il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli intervenendo sulla futura nomina dei vertici Egato, organismo che sarà chiamato a gestire il ciclo dei rifiuti.

“Forse il gruppo di Fratelli d’Italia ha intenzione di commissariare la democrazia – aggiunge Stefanelli – e decidere a proprio piacimento quello che la legge rimette invece alle decisioni di sindaci democraticamente eletti nonostante il pensiero dei due consiglieri un po’ distratti”.

EGATO, Stefanelli risponde a FdI: “Nomina CDA spetta ai Sindaci, sono distratti”

Nomina vertici Egato, il Presidente della Provincia Stefanelli risponde a Fratelli d’Italia: “La nomina spetta ai sindaci, lo dice la legge“

“Stupisce che i consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia ignorino completamente la legge sugli Egato e le regole che sovrintendono al loro funzionamento. Dovrebbero sapere che gli organismi direttivi degli Egato vengono eletti dai sindaci e non dai Consigli regionali.

I due consiglieri, probabilmente inebriati dal successo elettorale della loro leader nazionale, pensano di poter disporre delle leggi regionali e degli organismi pubblici a loro piacimento senza sottostare ai meccanismi sanciti invece da una legge approvata dal Consiglio regionale”. 

Lo dichiara il presidente della Provincia Gerardo Stefanelli intervenendo sulla futura nomina dei vertici Egato, organismo che sarà chiamato a gestire il ciclo dei rifiuti.

“Forse il gruppo di Fratelli d’Italia ha intenzione di commissariare la democrazia – aggiunge Stefanelli – e decidere a proprio piacimento quello che la legge rimette invece alle decisioni di sindaci democraticamente eletti nonostante il pensiero dei due consiglieri un po’ distratti”. 

A stretto giro è arrivata la risposta dei consiglieri provinciali Pasquale Cardillo Cupo e Luigi Vocella (Fratelli d’Italia): “Al Presidente Stefanelli vogliamo dire che la norma  sugli Egato noi la conosciamo bene e conosciamo bene anche le dinamiche regionali. Intanto giova ricordargli che sono state proprio le proteste di Fratelli d’Italia ad indurre la Regione a sospendere le convocazioni delle assemblee dei sindaci per le nomine dei vertici degli Egato. Mentre ribadiamo di non comprendere la fretta di Stefanelli nel chiedere alla stessa Regione, che a suo avviso è estranea alla procedura, di convocare i sindaci.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di commissariare la democrazia, anzi, proprio per rispetto degli elettori chiediamo che si attenda il voto invece di procedere con nomine a tempo scaduto.

Mancano meno di due mesi, non sarà certo questo breve lasso di tempo a porre rimedio alle tante emergenze cui la Regione finora non ha saputo trovare soluzioni in 10 anni, una su tutti la questione rifiuti. Il nostro pensiero è chiaro: siamo contro questo poltronificio concepito per sistemare gli amici degli amici e dal Presidente Stefanelli non accettiamo né lezioni di democrazia né di amministrazione”.

Ato dei rifiuti, Stefanelli: necessari per decidere cosa fare

Il nodo Il presidente della Provincia chiede alla Regione di convocare le assemblee. «Solo così possiamo muoverci»

Non molla il Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli. E rilancia la battaglia con la Regione Lazio affinché l’ente romano provveda a convocare le assemblee dei sindaci che dovranno scegliere i componenti che guideranno l’Ato provinciale dei rifiuti. Il punto della situazione è il medesimo: ad oggi l’unico ente d’ambito che si è insediato, eleggendo i propri componenti è quello di Frosinone. Ma già nelle ore che hanno preceduto quelle nomine, l’opposizione di centrodestra in Regione ha fatto fuoco e fiamme contro questi organi direttivi, definendoli un poltronificio. L’eccesso di polemiche ha portato il Presidente vicario Daniele Leodori ad annunciare un rinvio delle assemblee nelle altre province, fino a dopo le elezioni. Una mossa che non è piaciuta a Stefanelli, che ieri ha chiarito il concetto anche in commissione.

“Sono gli Egato che esercitano le funzioni regionali sui rifiuti all’interno della propria provincia. Discarica e impiantistica quindi sono di loro competenza. D’altronde, la Provincia di Latina ha sempre fatto la sua parte. Già nel 2018 approvò un piano provinciale dei rifiuti che la Regione Lazio fece suo approvandolo successivamente nel 2020. Dunque, il nostro compito è sempre stato quello di pianificare e non di individuare i siti, ma le “aree”. Queste le parole pronunciate ieri dal Presidente davanti alla Commissione Sviluppo e Tutela del Territorio convocata quest’oggi dalla consigliera Anna Ciccarelli. Argomento in discussione: Aggiornamento sullo stato della procedura per la chiusura del ciclo sui rifiuti della Provincia di Latina.

Il Presidente Stefanelli ha anticipato così che ha preparato una missiva al Presidente della Regione Lazio Leodori, nella quale ribadisce il ruolo e i compiti che spettano alla Provincia e quelli che spettano alla Regione.

Ricordando che un suo commissario, nella persona del dottor Illuminato Bonsignore ha già individuato tre siti sul territorio provinciale: Aprilia e Cisterna (ci sono in atto comunque dei ricorsi al Tar) idonei alla realizzazione di impianti dei rifiuti. In questa missiva, il Presidente Stefanelli richiama anche la regione alle proprie responsabilità. Come convocare i sindaci dell’Egato entro il 29 gennaio prossimo perché spetta proprio a quest’ultimo il compito di organizzare e gestire il ciclo integrato dei rifiuti della provincia pontina.

La Provincia riattiva l’iter per la discarica: via alla Vas per i tre siti scelti dal commissario

Stefanelli firma l’atto per avviare le verifiche sull’ex Goodyear e sulle cave di Aprilia e Cisterna, saranno gli uffici a valutare se le aree sono idonee per ospitare gli impianti di smaltimento dei rifiuti

La Provincia di Latina riattiva il percorso per l’individuazione di una discarica, avviando il processo di Valutazione strategica ambientale (Vas) per i tre siti indicati dal commissario per l’emergenza rifiuti: ex Goodyear e cava di Scavilana a Cisterna e la cava di Aprilia in zona Pontoni.

E’ questo in sintesi quanto contenuto nel decreto n. 78 del 21 novembre del Presidente Gerardo Stefanelli, con il quale si è provveduto “all’aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti” approvato con delibera di Consiglio dell’11 aprile 2018, sulla base delle indicazioni fornite dall’atto commissariale del 16 giungo, che individuano appunto queste tre aree come quelle maggiormente idonee nel territorio pontino per ospitare un impianto di smaltimento dei rifiuti. Con il decreto del 21 novembre si dà dunque mandato ai dirigenti dei settori Ecologia e Tutela del Territorio e Pianificazione Territoriale, ognuno per quanto di competenza, di eseguire gli atti necessari per attivare l’iter ed arrivare ad una decisione definitiva. Una scelta che sembra ormai necessaria, visto che è la stessa Provincia a ricordare che nell’Ato di Latina al momento “non ci sono impianti di discarica attivi” e che meno di un mese fa la Regione Lazio ha comunicato l’emergenza rifiuti per il territorio pontino, a seguito dell’imminente esaurimento dei volumi disponibili nella discarica di Viterbo per i gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani dell’Ato di Latina(Rida Ambiente, Refecta e Csa). Dunque chi si aspettava che l’Ente di via Costa sposasse la linea dura dei comuni di Aprilia e Cisterna contro l’atto del commissario (già impugnato al Tar) è rimasto deluso. “I Comuni di Aprilia e Cisterna di Latina hanno presentato ricorso ma la Provincia di Latina non può impugnare l’atto del commissario ad acta, che di fatto sostituisce le scelte dell’Ente. Adesso 8i nostri uffici – spiega il Presidente Gerardo Stefanelli – tramite le procedure Vas verificheranno se i siti sono idonei oppure no, si tratta di una procedura necessaria perché la Regione per autorizzazione l’extra costo ha bisogno di dimostrare che sul territorio non ci sono siti disponibili”.

L’amministrazione provinciale attende che la Regione Lazio attivi definitivamente gli Egato, per i quali in queste ore sono stati fatti passi vanti con la definizione dei criteri per i Comuni che ne faranno parte, ma mentre i mesi passano la scelta per il sito prescelto si fa sempre più vicina. E al momento restano in ballo solo le tre aree individuate dal commissario.

“Anche sui rifiuti si è smesso di discutere e di decidere”

Il Presidente dell’Amministrazione Provinciale: “Siamo in un vuoto di potere. La politica non esercita più il ruolo di mediazione tra sindaci e comunità”

Non ci sono gli impianti e nemmeno i siti per ospitarli, perché nessuno vuole individuarli. Intanto i cittadini pagano per un servizio inevitabilmente carente e da domani pagheranno ancora di più, pur continuando a non avere una struttura gestionale sul territorio.

Presidente Stefanelli, restiamo a guardare?

“Adesso ci sono le condizioni ideali per la tempesta perfetta. La Regione ha commissariato la Provincia, il Commissario ad acta non ha preso una decisione e nel frattempo è stato istituito con legge regionale l’Egato4, cioè l’ambito ottimale territoriale dei rifiuti. Ma istituito non vuol dire costituito, perché mancano ancora i decreti attuativi della giunta regionale. Il direttore dell’area rifiuti della Regione dice che entro le prossime settimane si farà tutto. Ma nel frattempo si lavora per fare il calcolo del peso ponderato di ciascuna città aderente all’Egato, calcolo che si farà sulla base del peso demografico di ciascun comune e del numero di impianti dei rifiuti ospitati sul territorio. Potrebbe quindi verificarsi che Aprilia avrà più peso di Latina, a meno che quando si parla di impianti non si considerino anche quelli dismessi, come le due discariche di Borgo Montello”.

Tutto questo vuol dire che siamo entrati in un vuoto decisionale ufficiale, dopo quello “di fatto”, vissuto fino a ieri grazie all’inerzia dei sindaci? Adesso chi prenderà iniziative in materia di rifiuti?

“Le decisioni che servono sono quelle riguardanti gli impianti necessari alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti all’interno dei confini del nostro territorio, e in questo momento c’è effettivamente un vuoto di potere. E si tenga presente che saranno i decreti attuativi regionali a stabilire come si dovrà procedere alla nomina del Consiglio Direttivo dell’Egato, composto da 4 consiglieri e un presidente che percepiranno uno stipendio. Sarà poi il Consiglio direttivo a nominare un Direttore generale e un sindaco Revisore dei conti. E l’elaborazione del piano d’ambito. Da tutto questo iter dovrà venir fuori la definizione del sistema integrato provinciale dei rifiuti”.

Insomma si riparte da zero. E tra qualche giorno, quando chiuderanno le ultime discariche del Lazio ancora in esercizio, cosa succederà?

“Posso dire che in provincia di Latina non accadrà nulla di nuovo, perché nei giorni scorsi ho ricevuto, insieme ai sindaci dei comuni pontini che conferiscono i rifiuti indifferenziati ad Aprilia, una comunicazione da Fabio Altissimi, per conto di Rida Ambiente, che ci informa di aver trovato una soluzione per trasferire i residui dei rifiuti sottoposti a Tmb in impianti extraregionali senza alcun aggravio di costi. Questo significa che i comuni non subiranno aumenti, e dunque nemmeno i cittadini. Mi pare una buona notizia”.

Siamo più di prima alla mercè dell’imprenditoria privata; stavolta ci è andata di lusso, ma nessuno può garantire che domani le cose restino le stesse. La politica non dice niente, i sindaci non parlano, ma cosa sta succedendo?

“Mai sentito un partito prendere posizione sulla questione dei rifiuti. Sono io a domandarmi dove siano finiti i partiti e con loro dove sia finito il ruolo di guida per i sindaci e per le politiche amministrative. E non è soltanto un problema di rifiuti. Prendiamo il metano: Latina è il comune capofila dell’Atm, Ambito Territoriale Minimo, e dovrebbe attivare gli stessi meccanismi previsti per la gestione dell’acquane dei rifiuti. Lei sa dove si è nascosto l’Atm? Io non lo so. Quello che vedo, è invece il fatto che le aziende che si occupano della distribuzione dell’acqua, di gas e di fibre per le comunicazioni, rompono strade, bucano marciapiedi, un giorno una e un giorno l’altra, e non c’è nessuno che si preoccupi di razionalizzare e armonizzare questi interventi. Direi che quando si scava, anziché posare un tubo e richiudere, se ne potrebbero sistemare due o tre, a disposizione di tutti gli interventi prevedibili nel medio e lungo periodo”.

Essendo questo un problema di tutti i comuni, dovrebbero essere i sindaci a cercare di fare sistema su questo tipo di situazioni. E tanto per non allontanarci dal tema di questa intervista, che verte sui rifiuti, stiamo parlando degli stessi sindaci che non sono riusciti a trovare un accordo sul sito per ospitare la discarica per i residui del Tmb.

“Proprio così. E cerco di spiegarmi meglio. Acqualatina fattura tra i 120 e i 130 milioni di euro l’anno; stando ai Pef dei comuni pontini, il valore complessivo delle fatturazioni per la gestione del servizio legato ai rifiuti è di altri 120 milioni di euro. Significa che ogni anno per queste due voci, acqua e rifiuti, vengono movimentati 250 milioni di euro, che gravano interamente sulle spalle dei cittadini. La politica potrebbe, forse dovrebbe, interrogarsi su una gestione virtuosa per trasformare queste attività in una risorsa. Se è vero che le aziende impegnate nella gestione di questi servizi sono energivore, dai consumi degli automezzi a quelli delle pompe di sollevamento, fino agli impianti di depurazione. Non è normale che si debba pagare per conferire i nostri rifiuti all’estero dove li utilizzano per produrre energia. Ma perché non lo facciamo noi?”.

Dunque nessuno parla, nessuno si confronta, nessuno lancia idee più o meno valide. Neanche alla vigilia delle elezioni regionali i partiti si sprecano a presentare programmi che prevedano interventi migliorativi per la gestione dei servizi. Eppure c’è in ballo il nostro futuro per i prossimi cinque anni.

“Dovremmo aver già cominciato a domandarci come sarà e come farà l’azienda che dovrà provvedere alla raccolta, al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti. Come si muoverà sul territorio? Con quale prospettiva, e con quale obiettivo? Tutto questo presuppone una profonda conoscenza del territorio, della popolazione e dei diversi settori nei quali un’azienda di servizi è chiamata ad intervenire. Quanta gente c’è da servire? Dove risiede? Quali sono i siti per gli impianti necessari? Dove vanno collocati per risparmiare risorse e consumi? Quali sono le strade da percorrere per gli spostamenti degli automezzi? Tutto questo backround di conoscenze, attualmente ce l’ha soltanto Acqualatina, l’azienda che ha un rapporto diretto con tutti i cittadini, che conosce gli utenti, che è in grado di sapere chi paga,quanto paga, come paga e attraverso quale banca. Il “Big data” di questa provincia è nelle mani di Acqualatina, e si tratta di un patrimonio costruito in vent’anni con i soldi dei cittadini versati con le bollette, dunque è patrimonio della comunità e dovrebbe tornare alla comunità sotto forma di multiutility a servizio del territorio”.

Dobbiamo affidare la gestione dei rifiuti ad Acqualatina oppure dobbiamo pretendere da Acqualatina la restituzione di quello che chiama “Big data”?

“Potremmo riprendere il discorso avviato da Carlo Medici sulla pubblicizzazione dell’acqua, trattare con Veolia per portare l’azienda interamente nelle mani dei comuni dell’Ato4 e farne il centro propulsore della multiutility provinciale”.

La Provincia ha appena chiesto ad Acqualatina la restituzione di 18 milioni di euro, e adesso Lei vuole riportare a casa la spa che gestisce il servizio idrico?

“Forse è più semplice di quanto si creda. Veolia ha fatto un aumento di capitale insieme alla Provincia, che si è fatta carico di anticipare le quote dei comuni, cioè i 18 milioni che ora chiediamo. Intorno a questa cifra si possono costruire diversi scenari, ma ci vuole un obiettivo, un disegno. E’ quello che chiedo alla politica: vogliamo ragionare su questi temi? Vogliamo decidere se continuare a convivere con i privati oppure no? E se vogliamo tentare la strada della ripubblicizzazione dell’acqua, facciamolo, ma preservando il patrimonio rappresentato da Acqualatina, altrimenti rischiamo di replicare la disavventura di Latina Ambiente. I partiti devono fare da camera di compensazione tra i sindaci e le comunità del territorio. Siamo in un momento molto delicato e faccio un appello tutta la politica e a chi ha la responsabilità di governo sul territorio, per avviare un confronto e un dibattito nel segno della modernità, del cambiamento e dell’innalzamento della qualità del nostro agire, per riposizionarci su uno standard effettivamente europeo”.

Si rende conto di trovarsi in un contesto avvilente dove non c’è nessun partito e neanche un amministratore pubblico che abbia l’ardire di sposare la causa di una discarica, di un impianto di biometano o di un termoinceneritore? Di quale Europa stiamo parlando?

“E’ per questo che cerco di battermi per avviare una discussione o un confronto sui temi attualissimi dell’energia e della gestione dei rifiuti. Ogni attività industriale ha un impatto ambientale, ma pare nessuno lo veda, e comunque nessuno ne parla. Quando brucia la Soas di Pomezia che danno ambientale provoca? Almeno quello corrispondente a dieci anni di attività di un termoinceneritore, con la differenza sostanziale che il danno della Soas si consuma in una settimana e non in dieci lunghi anni. E non parliamo della farmaceutica e della chimica”.

Mi pare di poter dire che quello di cui la politica di questa provincia riesce a parlare siano le candidature e gli schieramenti, il campo largo o la coalizione stretta per affrontare le elezioni di questo o quel sindaco in questo o quel comune.

“Non so darle torto. Manca chi discute, chi sceglie e chi rischia. Tutti hanno paura di imboccare una strada piuttosto che un’altra. Eppure è abbastanza chiaro a chiunque faccia politica, che i sistemi per acquisire il consenso sono soltanto un paio: pianificare e dare risposte concrete ai problemi della gente, oppure comprare il consenso attraverso le clientele”.